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La compagnia dei Vermigli





La compagnia dei Vermigli
Una ipotesi sulla Compagnia di banchieri e armatori detta dei Vermigli e il suo legame con la consorteria dei Mi Beth El di via Cavalca
di Algido Tricolonio


Miniatura del XIII secolo
Miniatura.


    In questa miniatura, tratta da un’edizione dell’Histoire d'Outremer del XIII secolo, vediamo Daiberto (o Dagoberto) Lanfranchi (Pisa, 1050 - Messina, 1105) e Boemondo d'Altavilla (1058 - Canosa di Puglia, 1111), in navigazione con la croce di S. Andrea. Si può notare in alto a destra sulla coffa di osservazione dell'albero di prua della nave una Tau.

    Com’è noto lo Stato dei Mari (Pisa) partecipa alla prima crociata (1096-1099) con una grande flotta di centoventi navi. A capo delle navi è lo stesso arcivescovo della città, Daiberto Lanfranchi; il Papa beato Urbano II (1088-1099) lo aveva difeso contro i monaci neri vallombrosani, che lo accusavano di simonia per esser stato ordinato diacono alla corte dell'imperatore Enrico IV di Franconia (1050-1106). Innalzato alla dignità di metropolita e infine nominato legato per la guida spirituale della prima crociata, dopo la morte di Ademaro di Puy, nel 1098. Daiberto, in seguito, pur con qualche contrasto, diviene il primo patriarca della chiesa latina di Gerusalemme.

    È anche nota la partecipazione alla prima crociata di alcune compagnie di armatori-banchieri quali ad esempio quella detta "dei Vermigli": Corrado di Monferrato (1140-1192) concedette a questa compagnia di armatori e banchieri pisani privilegi su Accon (Acri) ed ebbero, di fatto, il controllo del più importante porto crociato dell'Outremer.

    " (...) Nell'assedio e conquista di Tiro e Acri si distinse la compagnia dei Vermigli, organizzazione militare di Pisani, quasi un nucleo scelto in seno alla più vasta colonia (...) " da L'espansione di Pisa nel Mediterraneo fino alla Meloria - Guiseppe Rossi-Sabatini - 1935.

    " (...) in Siria dal XII secolo sono presenti compagnie o confraternite di carattere religioso-militare, come la pisana Compagnia dei Vermigli (...) " da Oriente moderno, Istituto per l'Oriente, 1946.

    È meno noto e molto "border line" indagare su chi fossero questi "Vermigli" (o Rossi): " (...) Sefarditi erano membri delle «societates armatorum», quale la Compagnia dei Vermigli (...) " da Acta historica, Volume 8, Societas Academica Dacoromana, 1968.

    Ancora più "border line" ricordare che la consorteria sacerdotale degli Edomiti era detta "dei Vermigli" (la traduzione letterale dall'ebraico אֱﬢום, ʾĔḏôm è "Vermigli" o "Rossi"), richiamando così la famosa compagnia di armatori pisana detta "dei Vermigli", che partecipò alla prima crociata e conquistò Tiro ed Acri.

    René Guenon (1886-1951), conosciuto anche come Shaykh 'Abd al-Wahid Yahya dopo la conversione all'Islam, afferma che il nome "Adamo" significa letteralmente "Rosso o Vermiglio" e questo sarebbe uno degli indizi del collegamento della tradizione ebraica con quella normanna della "razza rossa" (o rutilismo).

    Si legge in web che il rutilismo (chiamato anche gene normanno) è la caratteristica delle persone che hanno capelli rossi, vermigli, biondo ramato e albini, causato da " (...) l'ormone stimolatore di melanociti (MSH) e le endorfine. I melanociti, le cellule che producono il pigmento della pelle e dei capelli, usano l'MC1R che in questi soggetti è mutato, per riconoscere e rispondere al MSH dalla ghiandola pituitaria anteriore ".

    Se si consultassero inoltre i testi dei prof.ri Raphael Patai (1910-1996) e Robert von Ranke Graves (1895-1985), si potrebbe scoprire che sostenevano nella loro pubblicazione “Hebrew Myths ” (pubblicata da Doubleday & Co, 1964) un’origine Edomita degli Alfei, osservando la somiglianza dell'onomastica edomita degli alufim e dei capi della tribù di Giuda.

    Allora dovremmo domandarci chi fossero questi "vermigli o rossi" Edomiti o Alfei pisani.

    Conosciamo che i da Pisa del palazzo di via Cavalca, detto popolarmente ancora oggi "la casa degli Ebrei" (ove è attestata la prima e più antica sinagoga cittadina), sono conosciuti dagli storici come appartenenti alla consorteria dei "mi Beth El" (ovvero traducendo dall'ebraico "dalla casa del Signore").

    Ci dovremmo anche ricordare la presenza del vicolo del Porton Rosso e della "porta Rossa" (o Vermiglia) che si trova, secondo il Redi e il Tolaini, negli attuali bagni del ristorante "Dado del Lumiere".

    Nei secoli passati illustri eruditi fino all'inizio del novecento, si dedicarono all’analisi delle suggestioni della discendenza dei Pelasgi Alfei (i pisani), da Giacomo d'Alfeo.

    I famosi banchieri anglo tedeschi Warburg ad esempio dichiarano di discendere dai banchieri veneziani "Pisani Dal Banco" in Rialto e dai banchieri pisani "Da Pisa" che, secondo la tradizione erudita cinque-seicentesca, sarebbero a loro volta discendenti della consorteria sacerdotale dei Mi Beth El, arrivati (deportati) in città nel 70 dC da Tito (da Enciclopedia Giudaica, 2007, pg. 184-187).

    Rimane pertanto da risolvere un quesito storico rilevante: cosa ci faceva quello che oggi chiameremo "un corpo militare scelto" di armatori sefarditi (ebrei per di più edomiti) alla prima crociata di cristiani in Outremer, insieme alla flotta pisana del primo patriarca di Gerusalemme Cristiana?

N.B. I quesiti di questa nota su la Compagnia dei Vermigli non hanno nessuna pretesa di verità rivelata ma semplicemente quella di donare libere intuizioni a chi possiede o possederà in futuro gli strumenti per proseguire nella ricerca.


Bibliografia

    Per la bibliografia vedi i riferimenti nella nota.