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Sposalizio del Mare a Pisa





Sposalizio del Mare a Pisa
di Federico Bonucci e Renato Mariani Pisano


        Lo storico Pisano Emilio Tolaini (v. “Lo Sposalizio del Mare”) ha trovato alcuni documenti che attestano l’esistenza di una festa medievale durante la quale una moltitudine di barche, riccamente addobbate, sfilava in Arno fino a raggiungere il mare (all’epoca molto più vicino alla città). Qui, su una “gran barca tutta ornata d’oro”, una fanciulla che rappresentava la città di Pisa, con un preciso rituale gettava un anello in acqua, simboleggiando lo stretto legame che la Repubblica Marinara aveva sempre avuto col suo mare. Questa “Desponsatio Maris”, sostiene il Tolaini, si svolgeva ogni anno il 6 luglio in concomitanza con la Processione del Sangue a San Piero, quando la reliquia del sangue di San Clemente era trasferita dal Duomo a San Piero a Grado dove era esposta alla venerazione dei fedeli e dei pellegrini. Era una festa fluviale e marina, che esprimeva il profondo rispetto del mare per il quotidiano affidare alle onde la vita e i capitali dei cittadini Pisani ed esaltava la grande potenza marinara. Di questa cerimonia, presieduta dall’arcivescovo alfeo non è rimasta traccia consistente nella storiografia locale; è brevemente accennata in due componimenti: il Giornale di Viaggio in Italia di Michel de Montaigne, che ne raccolse uno sfumato ricordo durante il suo soggiorno a Pisa nel 1581 (n.d.r. Viaggio in Italia, 1580-1581), e il Lamento di Pisa (n.d.r. 1406) di Puccino di Antonio, citato anche da Raffaello Roncioni: “Per l'arco di mezzo (dell’Arsenale), che si vede maggior degli altri e posto nel mezzo, usciva quella gran barca, di oro fregiata e di altri ornamenti adorna, ch'era figurata per Pisa: la quale non andava mai fuora se non con pompa e nel giorno delle vittorie, accompagnata da cento galere; come si legge nel Lamento di Pisa.”

        La Processione del Sangue ricordava la consacrazione dell’altare di S. Pietro che, proveniente dalla Siria, sarebbe sbarcato alla foce dell'Arno, presso l'attuale San Piero a Grado, intorno agli anni 42-44, per poi proseguire verso Roma. In questo luogo l'Apostolo avrebbe eretto il primo altare di pietra in Italia, alcuni anni dopo consacrato con il sacro crisma (unguento di olio d’oliva e balsamo) da papa Clemente I Romano. Durante la cerimonia, dalle narici del pontefice sarebbero sgorgate alcune gocce di sangue, che rimasero indelebilmente impresse sulla pietra. Questa reliquia di San Clemente, posta inizialmente sull’altare di San Clemente nel transetto nord del Duomo, è attualmente conservata in un’urna quadrangolare forgiata con marmo, argento e rame dorato (IVX secolo) ed esposta nel Museo dell'Opera del Duomo di Pisa. Anche di papa Clemente, come dello Sposalizio, sappiamo poco. Il suo pontificato fu negli ultimi anni del I secolo e.V. e fu quarto vescovo di Roma dopo Pietro, Lino e Anacleto. Secondo una tradizione del IV secolo, sarebbe stato affogato con un’ancora appesa al collo in Crimea, dove viveva in esilio, per ordine dell’imperatore Marco Cocceio Nerva, ma le fonti relative sono giudicate leggendarie. Invece lo storico Eusebio di Cesarea e san Girolamo concordemente attestano che Clemente morì nel 101, e non parlano affatto di esilio e di martirio. Comunque nel IV secolo gli fu dedicata una basilica sul colle Celio a Roma.

        Lo Sposalizio del Mare, cerimonia storicamente presente anche a Venezia e a Cervia, era una tradizione legata alla vita marinaresca della Pisa repubblicana che si era mano a mano affievolita fino a sparire del tutto. I ricordi erano talmente vaghi da metterne in dubbio persino l'esistenza. La Compagnia dello StilePisano, riproponendola come festività Pisana, ha recuperato tale tradizione, seppur privata della componente religiosa che la caratterizzava. Nel pomeriggio del 6 luglio di ogni anno (o di un giorno vicino a tale data, dipendendo da questioni organizzative) viene organizzata una simpatica gita in battello, aperta a chiunque, dal centro di Pisa fino a Bocca d’Arno; qui una ragazza prescelta lancia un anello in mare secondo una cerimonia ricostruita con le scarse notizie storiche disponibili, dopodiché la comitiva rientra in città fra un brindisi e l’altro, alla salute della città e di chi le vuole bene.


Bibliografia

    Per la bibliografia vedi i riferimenti nella nota.